Cenni storici di Soverzene

Ultima modifica 8 maggio 2024

La comunità di Soverzene nei secoli ha letteralmente creato la piccola piana erbosa su cui sorge il paese, strappandola al Piave e ricavando dai boschi il legname e il carbone che per generazioni hanno rappresentato l’unica ricchezza di un territorio altrimenti poverissimo.
Incastonata tra Veneto e Friuli, proprio grazie alla sua posizione isolata ha avuto nel medioevo un ruolo chiave nel contrabbando tra la Valle del Piave e il Patriarcato di Aquileia, tanto da meritare una rubrica apposita negli statuti trecenteschi di Belluno.
Quindi il passaggio della Guerra della Lega di Cambrai e poi le grandi pestilenze che tra Cinque- e Seicento hanno decimato e assestato definitivamente la piccola comunità di Soverzene, con i suoi quattro casati storici: Savi, Bùrigo, Bortoluzzi e Tramontin.
Caduta Venezia anche Soverzene conosce l’emigrazione, nei Balcani e in Brasile. Tra le due guerre è stato il comune più piccolo d’Italia, poi la grande centrale idroelettrica scavata nella montagna a partire dal 1943 ha cambiato tutto. Ancora oggi, nonostante il disastro del Vajont, ha un ruolo strategico nella rete di alimentazione nazionale.

Il 28 dicembre 2019 a Soverzene ha avuto luogo la presentazione del libro "Al di là della Piave" Storia di Soverzene, di Marco Perale.

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